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Pellegrino Artusi - La scienza in cucina e l' arte di mangiar bene
La scienza in cucina e l' arte di mangiar bene
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Le chiamo tagliatelle, perché dovendo esser cotte nell'acqua e condite asciutte, va tirata la sfoglia alquanto più grossa e tagliata a striscie più larghe dei taglierini.
Si tratta sempre di un
impasto d'uova e farina, senza punta acqua se le desiderate ben sode e buone.
Tagliate a piccoli dadi una fetta grossa di prosciutto grasso e magro: tritate bene sedano e carota in tal quantità che ambedue facciano il volume del prosciutto all'incirca.
Ponete al fuoco queste tre cose insieme, con un pezzo di burro proporzionato al condimento delle tagliatelle.
Quando il battuto avrà
preso colore, aggiungete sugo di pomodoro oppure conserva, ma con questa occorre
un ramaiolino di brodo o, mancando questo, di acqua.
Le tagliatelle cuocetele poco e salatele pochissimo a motivo del prosciutto:
levatele asciutte, conditele col detto intingolo e con parmigiano.
Al tempo delle salsicce
potete sostituirle, bene sminuzzate al prosciutto, trattandole nella stessa
guisa.
Chi ama il gusto del burro
crudo ne serbi la metà per metterlo nell'intingolo quando lo ritira dal fuoco.
Anche gli spaghetti sono
buoni conditi con le salsicce nella stessa maniera.
Note alla ricetta:
un primo piatto semplice e gustoso
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