|
desideri una ricetta in particolare? scrivici |
Pellegrino Artusi - La scienza in cucina e l' arte di
mangiar bene La scienza in cucina e l' arte di mangiar bene Cappelletti all’uso di romagna ricetta
n°7
vedi la ricetta fotografata passo a passo dei Cappelletti all’uso di romagna con carne di maiale e la ricetta dei cappelletti di Artusi cotti nel brodo di cappone vedi anche le ricette primi piatti di pasta, di riso e le minestre in brodo, fotografate passo a passo di cucina italiana di casa vedi anche le ricette per le paste all'uovo ripiene Sono così chiamati per la loro forma a cappello. Ecco il modo più semplice di farli onde riescano meno gravi allo stomaco. Ricotta, oppure metà ricotta e metà cacio raviggiolo, grammi 180. Mezzo petto di cappone cotto nel burro, condito con sale e pepe, e tritato fine fine colla lunetta. Parmigiano grattato, grammi 30. Uova, uno intero e un rosso. Odore di noce moscata, poche spezie, scorza di limone a chi piace. Un pizzico di sale. Assaggiate il composto per poterlo al caso correggere, perché gl'ingredienti non corrispondono sempre a un modo. Mancando il petto di cappone, supplite con grammi 100 di magro di maiale nella lombata, cotto e condizionato nella stessa maniera. Se la ricotta o il raviggiolo fossero troppo morbidi, lasciate addietro la chiara d'uovo oppure aggiungete un altro rosso se il composto riescisse troppo sodo. Per chiuderlo fate una sfoglia piuttosto tenera di farina spenta con sole uova servendovi anche di qualche chiara rimasta, e tagliatela con un disco rotondo della grandezza come quello segnato.
Disco
pei cappelletti (diametro 67 mm)
A
proposito di questa minestra vi narrerò un fatterello, se vogliamo di poca
importanza, ma che può dare argomento a riflettere. Avete dunque a sapere che
di lambiccarsi il cervello su' libri i signori di Romagna non ne vogliono saper
buccicata, forse perché fino dall'infanzia i figli si avvezzano a vedere i
genitori a tutt'altro intenti che a sfogliar libri e fors’anche perché,
essendo paese ove si può far vita gaudente con poco, non si crede necessaria
tanta istruzione; quindi il novanta per cento, a dir poco, dei giovanetti,
quando hanno fatto le ginnasiali, si buttano sull'imbraca, e avete un bel tirare
per la cavezza ché non si muovono. Fino a questo punto arrivarono col figlio
Carlino, marito e moglie, in un villaggio della bassa Romagna; ma il padre che
la pretendeva a progressista, benché potesse lasciare il figliuolo a
sufficienza provvisto avrebbe pur desiderato di farne un avvocato e, chi sa,
fors'anche un deputato, perché da quello a questo è breve il passo. Dopo molti
discorsi, consigli e contrasti in famiglia fu deciso il gran distacco per mandar
Carlino a proseguire gli studi in una grande città, e siccome Ferrara era la più
vicina per questo fu preferita. Il padre ve lo condusse, ma col cuore gonfio di
duolo avendolo dovuto strappare dal seno della tenera mamma che lo bagnava di
pianto. Non era anco scorsa intera la settimana quando i genitori si erano messi
a tavola sopra una minestra di cappelletti, e dopo un lungo silenzio e qualche
sospiro la buona madre proruppe: - Oh se ci fosse stato il nostro Carlino cui i
cappelletti piacevano tanto! - Erano
appena proferite queste parole che si sente picchiare all'uscio di strada, e
dopo un momento, ecco Carlino slanciarsi tutto festevole in mezzo alla sala. -
Oh! cavallo di ritorno, esclama il babbo, cos'è stato? - È stato, risponde
Carlino, che il marcire sui libri non è affare per me e che mi farò tagliare a
pezzi piuttosto che ritornare in quella galera. - La buona mamma gongolante di
gioia corse ad abbracciare il figliuolo e rivolta al marito: - Lascialo fare,
disse, meglio un asino vivo che un dottore morto; avrà abbastanza di che
occuparsi co' suoi interessi. - Infatti, d'allora in poi gl'interessi di Carlino
furono un fucile e un cane da caccia, un focoso cavallo attaccato a un bel
baroccino e continui assalti alle giovani contadine. note alla ricetta: semplicemente deliziosa!
Ricerca personalizzata
|
|
|