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Pellegrino Artusi - La scienza in cucina e l' arte di mangiar bene
La scienza in cucina e l' arte di mangiar bene
Krapfen 1 – ricetta n° 182
vedi le ricette per fotografate passo a passo di cucina italiana di casa
Proviamoci di descrivere il piatto che porta questo nome di
tedescheria ed andiamo pure in cerca del buono e del bello in qualunque luogo si
trovino; ma per decoro di noi stessi e della patria nostra non imitiamo mai
ciecamente le altre nazioni per solo spirito di stranieromania. Ponete questo pane in un tegamino o in una cazzarolina nel cui fondo sia un sottilissimo strato di latte, copritela e lasciatela vicino al fuoco onde il pane lieviti a moderatissimo calore: vedrete che basterà una ventina di minuti. Lievitato che sia mettetelo in mezzo alla farina rimasta ed intridetela colle uova, col burro liquefatto, collo zucchero e col sale. Se questo pastone riesce troppo morbido, aggiungete tanta farina da ridurlo in modo che si possa distendere col matterello alla grossezza di mezzo dito.
Così avrete una stiacciata dalla quale con un cerchio di
latta taglierete tanti dischi della grandezza di quello soprassegnato
Ammesso che ne facciate 24, prendete un uovo o altro arnese
di forma consimile e colla punta del medesimo pigiate nel mezzo di ognuno dei
dischi per imprimergli una buca. In 12 di detti dischi ponete un cucchiaino di
un battutino tirato col sugo e la besciamella, composto di fegatini, animelle,
prosciutto, lingua salata, odore di tartufi o di funghi, il tutto tagliato a
piccoli dadi. Bagnate i dischi all'intorno con un dito intinto nell'acqua e sopra ciascuno sovrapponete un altro disco dei 12 rimasti vuoti; quando saranno tutti coperti premete sopra ai medesimi un altro cerchio di latta di dimensione eguale a quello qui delineato, onde si formi un'incisione tutto all'ingiro.
Ora che avete questi 12 pasticcini ripieni bisogna
lievitarli, ma a lieve calore, e ciò otterrete facilmente ponendoli vicino al
fuoco, o dentro a una stufa. Quando saranno rigonfiati bene friggeteli nel lardo
o nell'olio in modo che siano ricoperti dall'unto e serviteli caldi come fritto
o piatto di tramesso, il quale, per la sua apparenza e bontà sarà giudicato
piatto di cucina fine.
Se volete che servano per dolce non avrete altro a fare che
riempirli di una crema alquanto soda o di conserva di frutta, spolverizzandoli,
dopo cotti, di zucchero a velo.
Per un'altra ricetta di questi Krapfen, vedi il
n° 562
Note alla ricetta: i krapfen salati sono davvero ottimi, anche se personalmente io lo zucchero non ce lo metto, e faccio anche variazioni sul ripieno... ma come direbbe Artusi è questione di gusti!
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